La pratica di cantare l’Orlando furioso e la Gerusalemme liberata o la Pia de’ Tolomei è spesso complementare all’improvvisazione poetica in ottava rima. Non necessariamente chi è in grado di memorizzare storie come quella del brigante detto “Gnicche” o della Bisolini è anche capace di proporre stanze ideate “all’improvviso”. Tuttavia anche nella “offerta” cantata di storie si impiegano arie per cantar ottave, adattando l’intonazione al racconto di lunghe vicende epiche elaborate prevalentemente sulla memoria di testi scritti: l’intonazione cantata, quindi, non è utilizzata a sostegno dell’invenzione estemporanea di temi originali, come avviene nel contrasto improvvisato. Dunque, la narrazione di lunghe vicende epiche costituisce un ambito in cui osservare la prassi di cantare ottave in relazione alla esposizione di testi poetici pre-esistenti e largamente condivisi, conservati nella memoria individuale e di gruppo.