Addio Nello Landi
Addio al poeta, scrittore di Maggi, improvvisatore.
di Pietro Clemente
Così lo ricorda il Comune di Buti:
«BUTI. È morto ieri (19 luglio 2020) all'età di 95 anni il poeta Nello Landi.
Grande figura di Buti, faceva parte della Compagnia del Maggio “Pietro Frediani” come cantamaggio. Nello Landi era nato a Buti il 6 Aprile 1925. Nei primi anni della sua giovinezza aveva lavorato in agricoltura insieme alla famiglia, ma poi dopo essersi sposato, era passato nel settore del legno lavorando come falegname mobiliere fino all’età della pensione».
Grande figura di Buti, faceva parte della Compagnia del Maggio “Pietro Frediani” come cantamaggio. Nello Landi era nato a Buti il 6 Aprile 1925. Nei primi anni della sua giovinezza aveva lavorato in agricoltura insieme alla famiglia, ma poi dopo essersi sposato, era passato nel settore del legno lavorando come falegname mobiliere fino all’età della pensione.»
Contadino e falegname, Nello Landi aveva una straordinaria competenza della letteratura epica, si era formato giovanissimo al teatro cantato popolare che chiamiamo 'maggio epico' , amava e conosceva il mondo della opera lirica, ed era uno straordinario improvvisatore in versi. Forse il più 'classico' di tutti in questa arte antica che ha avuto in Toscana una forte ripresa negli anni '90, che ha coinvolto anche una nuova e più giovane generazione. Lo conoscevo dal tempo delle ricerche sul teatro popolare toscano, negli anni '70, ma lo avevo incontrato a Buti due volte negli anni 2000, nel bellissimo teatro dedicato a Pietro Frediani, poeta autore di Maggi. Una volta nel 2003 per la presentazione dell'Opera Dodici Maggi (1941-2001) , i suoi Maggi, un bilancio del suo lavoro di scrittore del Maggio, curato da Fabrizio Franceschini dell'Università di Pisa, e pubblicato da Michele Feo dell'Università di Firenze. Mi lasciò una dedica sul volume I: "All'Esimio Prof. Pietro Clemente con amicizia e infinita stima. 19/11/03."
Infinita stima era quella che avevo io per lui. Per la sua storia, per la sua passione temperata e il suo gusto aulico e insieme moderno. Per avere coltivato la letteratura scritta e orale andando controvento e controtempo. Ed ora lo sento come un re, perché tale è stato nel suo mondo, di un regno che ormai abita la memoria, che pochi conoscono, un re che si è accomiatato da noi e da un mondo dove c'è poco spazio per queste arti popolari che pure lottano per non essere travolte. Buti, la compagnia Frediani, e Nello mi sono apparse ancora nell'ultimo incontro dell'ottobre del 2009 come una straordinaria isola di bellezza. In cui può succedere che la sera a cena un uomo qualsiasi si alzi, chieda il silenzio, e cominci a cantare a memoria "La Gerusalemme liberata". In cui i bambini a scuola vestiti in abiti da scena cantano il Maggio di "Giuditta e Oloferne" scritto dal Maestro Nello Landi. Quello di ottobre del 2009 era un evento promosso dal progetto 'INCONTRO' che aveva messo insieme poeti improvvisatori toscani, sardi e corsi. Un momento di discussione e di confronto sull'arte poetica popolare. Il secondo giorno, era il 24 ottobre, c'era questo evento:
«h.14.45 Teatro di Buti. Presentazione del libro-DVD a cura di Isa Garosi. "Per Nello Landi. Una festa per un maestro dell’ottava rima". Presiede l'Assessore Provinciale Miriam Celoni, interventi di Roberto Serafini, Pietro Clemente, Petru Santucci, Sebastiano Pilosu. Intervento parlato e cantato di Nello Landi».
Nello raccontò il fascino che ebbe su di lui mondo maggesco fin da piccolo, quando vide coi genitori il Maggio di Santa Uliva al teatro di Buti, e poi nelle veglie che avvenivano nel podere del nonno Geppe. Il desiderio di conoscere il mondo dell'epica già a 15 anni lo impegnò, nel raccogliere e copiare testi, mentre scriveva sonetti e ottave e cominciava a scrivere maggi. Si è formato da solo con tenacia, mentre lavorava e costruiva la sua vita, fino a diventare uno straordinario interprete classico e moderno del maggio e della poesia improvvisata. Era molto critico verso lo stile, i temi prediletti, il modo di cantare delle nuove generazioni dei poeti, ma era fiero che l'arte continuasse, ed è anche grazie a lui che essa continua, cambiando, ma tenendo anche il suo modello come un punto di riferimento nobile ed alto.